Klamath microalga (Aphanizomenon flos-acquae)

Klamath microalga (Aphanizomenon flos-acquae (AFA) Ralfs ex Bornet et Flahault).

Le microalghe verdi-azzurre del lago Klamath, in Oregon, sono il più potente e completo supercibo selvatico del pianeta, dotato di straordinarie proprietà nutriterapiche.

Le microalghe verdi azzurre sono la prima forma di vita del pianeta, e ancora oggi sono la base primordiale di tutta la catena alimentare. Tra le microalghe, solo la Klamath cresce selvatica in condizioni ambientali e climatiche ideali.
Ciò conferisce alla Klamath uno straordinario potere di rigenerazione, nonché specifiche proprietà preventive e terapeutiche, confermate anche da recenti studi, soprattutto in rapporto alle malattie degenerative tipiche della modernità.
Questa meravigliosa alga svolge un'azione stimolante e modulante veramente impareggiabile sul sistema immunitario.

Estremamente digeribile ed assimilabile al 97% dal nostro sistema digestivo, grazie alla sua parete cellulare morbida formata da glicogeno, che opera come trasportatore e distributore dei nutrienti in tutto il corpo.
Le verdi-azzurre Klamath, rispetto alle alghe marine, hanno un contenuto minerale più equilibrato con maggiori quantità di calcio e fosforo, percentuali molto più basse di sodio e iodio, buone quantità di magnesio e di ferro e un miglior rapporto proporzionale potassio/sodio.
La Klamath ad esempio possiede ben 20 aminoacidi, tra cui tutti quelli essenziali ed ha la più alta quantità proporzionale di acidi grassi essenziali, come omega-3 e omega-6, che proteggono il cuore e abbassano i lipidi nel sangue, acidi grassi essenziali che sono praticamente assenti nelle alghe marine.
In 2 gr. di Klamath sono sempre invariabilmente presenti i seguenti 28 minerali: alluminio, boro, bromo , calcio ( più del latte), cloro, cobalto, cromo, fluoro, ferro, fosforo, gallio, germanio, iodio (solamente 1 mcg), magnesio, manganese, molibdeno, nichel, potassio, rame, selenio, silicio, sodio, stagno, stronzio, titanio, vanadio, zinco, zolfo.

PROPRIETA':
  • Azione immunomodulante
  • Antinfiammatoria
  • Antiossidante
  • Allergie
  • Sindrome della stanchezza cronica
  • Insufficienze immunitarie
  • Depressione
  • Azione antivirale.

INDICAZIONI:
E' pressoché impossibile presentare una lista delimitata delle funzioni terapeutiche delle Klamath.
La Klamath è un rigeneratore di terreno ed un supporto immunitario, metabolico e neurologico; un eccezionale tonico generale, ha grandi capacità di aumentare i livelli di energia sia fisica che mentale, ed è dunque indicata per tutti i casi di aumentato dispendio psicofisico (sportivi, studenti, imprenditori, etc.), essendo in grado di porre rimedio rapidamente alle carenze nutrizionali tipiche della vita moderna.
Dato che, come dimostrano tutti i più recenti studi epidemiologici, gran parte della popolazione è soggetta a radicali carenze vitaminico-minerali, la Klamath è un ottimo ricostituente; per i bambini, così come per adulti e anziani.
Anche grazie alla sua elevata dotazione antiossidante, e come dimostrato da recenti studi, la Klamath è un potente immunoregolatore naturale. Capace di fornire un potente sostegno all'attività del sistema immunitario, la Klamath spicca per le sue proprietà in rapporto alle patologie degenerative
E' in grado di normalizzare la permeabilità intestinale compromessa, fondamentale concausa praticamente di tutte le patologie. Anche grazie a ciò, emerge come uno dei più potenti rimedi per allergie e intolleranze alimentari.
E' efficace nella normalizzazione del metabolismo dei grassi, e conseguentemente dei livelli di colesterolo e trigliceridi.
E' utile nelle problematiche neurologiche (depressione, ansia, stress, etc.) e neurodegenerative.
Efficace anche contro le epatiti; nelle problematiche dermatologiche; nelle disfunzioni ormonosessuali e della fertilità.
Dona, a chi le consuma, energia, lucidità mentale ed una pelle stupenda.

Come è noto, i famosi studi CARET e PHS, promossi dallo statunitense National Cancer Institute e pubblicati dal New England Journal of Medicine nel11996, sono stati probabilmente i più ampi e lunghi studi umani mai realizzati allo scopo di testare l'attività anti-tumorale del becarotene sintetico. Tali studi hanno mostrato come il betacarotene sintetico, e lo stesso betacarotene naturale ma isolato, lungi dallo svolgere un'azione antiossidante, agiscono come fattori ossidativi e pro-tumorali. A partire da quel momento, è diventato chiaro che per ottenere una potente azione antiossidante e preventiva dei tumori è necessario assumere il betacarotene in entrambe le sue forme cis e trans, cioè come si trova nel suo stato naturale, e soprattutto nella sua naturale sinergia con altri carotenoidi. La Klamath fornisce, oltre ai più importanti antiossidanti endogeni, SOD e glutatione, nonchè il più alto contenuto di betacarotene fra tutti i cibi conosciuti.

1. Metabolismo dei grassi.
In uno studio svolto presso la prestigiosa Harvard Medical School, si è
dimostrata la capacità della Klamath di normalizzare il metabolismo degli acidi grassi, riducendo al
contempo colesterolo cattivo e trigliceridi La dieta a base di Klamath, pur contenendo la Klamath solo circa un 5% di acidi grassi, ha prodotto nel giro di un mese i risultati migliori, come: massimo aumento degli EPA e DHA, consistente riduzione dell'acido arachidonico, e una diminuzione di colesterolo e trigliceridi anche del 75%

2. Crescita muscolare e organica.
Uno studio svolto sempre presso la Harvard Medical School ha mostrato come la Klamath aumenti la capacità di assimilazione delle proteine.

3. Normalizzazione del metabolismo glicemico.
In uno studio sugli effetti della Klamath in rapporto agli enzimi digestivi endogeni, si è riscontrato che essa inibisce gli enzimi intestinali sucrasi e maltasi contribuendo così alla riduzione dei livelli di glucosio nel plasma.

4. Permeabilità intestinale.
Presso l'Università del New Mexico, si è dimostrata la capacità della Klamath di restaurare la normale permeabilità intestinale dopo un solo mese. Si tratta di un risultato estremamente importante perché la permeabilità intestinale compromessa è praticamente concausa
di tutte le patologie.

5. Azione neurologica.
Esiste una lunga casistica sugli effetti altamente positivi della Klamath sulla malattia di Alzheimer; inoltre in uno studio svolto presso l'Università del New Mexico, nel quale si è dimostrata la capacità della Klamath di contribuire
a curare i traumi cerebrali moderati.

Concludendo possiamo dire che:

La Klamath è una delle fonti più ricche di antiossidanti.
Soli 2 gr. di Klamath contengono circa il 50% dello RDA giornaliero di betacarotene, corredato da numerosi altri carotenoidi, tra cui ficocianine, alpha-carotene, astaxantina, luteina gamma-carotene, zeaxantina, licopene, vitamine (C,E) e minerali quali selenio, zinco, manganese, etc.

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Abstract :
Mayne S.T., et al., Beta-carotene, carotenoids and disease prevention in humans, in FASEB J., 10(7): 690-701 (1996);
Pryor W.A., et al., Beta-carotene: from biochemistry to clinical trials, in Nutr Rev., 58(2 Pt 1): 39-53 (2000).
Krylov et al. (2001), Retrospective Epidemiological Study using Medical Records to Determine which Diseases are improved by Aphanizomenon flos aquae .
Manoukian R., et al., Effects of the blue green algae Aphanizomenon Flos Aquae on human natural killer cells, in Savage, L., ed., Phytoceuticals, IBC Library Series, 1998, 233-241. Gitte J. Jensen, et al., Consumption of Aphanizomenon Flos Aquae Has Rapid Effects on the Circulation and Function of Immune Cells in Humans, in Journal of American Nutraceutical Association (JANA), Vol.2, n°3, Jan. 2000, pp. 50-58.
Lahitova N., et al., Antimutagenic properties of fresh water blue green algae, in Folia Microbiol (Praha), 39(4), 1994,
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C-phycocyanin, in Biochem Biophys Res Commun. 2000; 277(3): 599-603.
Bhat V.B., et al., C-phycyanin: a potent peroxyl radical scavenger in vivo and in vitro, in Biochem Biophys Res Commun., 2000; 275(1):20-25.
Vadiraja B.B., et al., Hepatoprotective effects of C-phycocyanin: protection for carbon tetrachloride and R-(+)- pulegonemediated hepatotoxicity in rats, in Biochem Biophys Res Commun., 1998; 249(2):428-31.
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